Punti interrogativi sulla Pac post 2020 A cosa porterà il dibattito sulla sua revisione? Cosa cambierà? E su cosa si dovrà puntare? Queste le principali domande a cui ha risposto il professore dell'Università di Milano Dario Casati.

A cosa porterà il dibattito sulla sua revisione? Cosa cambierà? E su cosa si dovrà puntare? Queste le principali domande a cui ha risposto il professore dell'Università di Milano Dario Casati intervistato da AgroNotizie.

Piena di incognite, vecchia e senza idee. Potrebbe riassumersi così l'idea che ha della Politica agricola comune il professor Dario Casati, economista agrario all'Università di Milano, della quale è stato anche prorettore.
Una critica dura, ma non senza appello, perché questi mesi potrebbero essere determinanti per imprimere una svolta, se non nell'immediatezza di una complicata Health Check, una verifica sullo stato di salute, nell'ottica della fase post 2020, relativamente alla quale si aprono incognite di budget e di impostazione.

"Bisognerebbe ripensare una Pac che tenga conto del fatto che, in una situazione come quella attuale, con prezzi così bassi e una domanda che non tira né sul fronte interno né esterno, è necessario investire nella ricerca, per sostenere la produttività in agricoltura - afferma Casati -. Il segreto dell'agricoltura degli ultimi 60 anni è stato proprio l'incremento di produttività, che ha permesso di superare la fame in Europa dopo la Seconda guerra mondiale".

AgroNotizie ha intervistato il professor Casati, non soltanto su questioni legate alla Pac.

Professore, si ricomincia a parlare di messa a punto della Pac. Francia e Germania non si smentiscono e confermano un asse di dialogo privilegiato.
"Come sempre, sebbene siano agricolture molto diverse. In questa occasione la posizione dei due paesi è accomunata dal fatto che si sta avvicinando per entrambi il periodo elettorale".

In una recente intervista al quotidiano Les Echos, Xavier Beulin, presidente della Fnsea, il sindacato agricolo francese, ha lanciato l'allarme sulla crisi che il settore sta attraversando, con una flessione dei redditi molto preoccupante.
"Ho letto quell'intervista, rilasciata in occasione della presentazione del libro di Beulin La nostra agricoltura è in pericolo, e la trovo condivisibile in toto, non solo quando lamenta appunto la diminuzione di redditività e di competitività delle imprese agricole, ma anche quando parla della Brexit, della progressiva perdita di considerazione del mondo agricolo agli occhi della politica, del gigantismo della burocrazia e del numero esorbitante di norme che soffocano l'impresa e gravano sui costi. Ci sono anche elementi sui quali mi interrogo".

Quali, in particolare?
"La Fnsea chiede un ritorno per certi aspetti alla vecchia Pac. C'è da chiedersi, però, se sia questa la strada, anche alla luce delle nuove dinamiche internazionali.
Condivido il pensiero di Beulin quando dichiara che l'agricoltura francese non ha smesso di indebolirsi negli ultimi quindici anni, aspetto comune anche all'Italia e ad altri paesi in Europa, ma quando dichiara che il rischio è di vedere chiudere definitivamente nel 2017 una considerevole percentuale di imprese agricole e che i numeri riguarderebbero almeno 20mila delle 400mila aziende esistenti in Francia, bisognerà vedere quali sono. Non si tratterà di certo delle aziende più competitive, ma al contrario di quelle che non hanno saputo innovarsi e stare al passo con le sfide che di volta in volta il mercato mette loro davanti".

Gli agricoltori tedeschi hanno chiesto che non vengano più dirottati i contributi dal Primo al Secondo pilastro, come è avvenuto nella programmazione attuale per molti paesi, fra i quali anche la Germania. Cosa pensa?
"Penso che vogliano appigliarsi alla vecchia formula della Pac, impostata su logiche protezionistiche. In linea teorica potrebbe anche essere comprensibile la difesa, da parte degli agricoltori, degli aiuti diretti, ma siamo ancora sicuri che sia una scelta efficace?
Bisogna valutare attentamente e saper leggere che cosa potrebbe avvenire nei sette anni successivi al 2021".

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