Secondo i dati presentati dal Centro per la ricerca internazionale e la modellazione economica (Cirem) di Parigi a seguito della Brexit il commercio di prodotti agricoli tra l'Unione europea e il Regno Unito in entrambe le direzioni subirebbe una riduzione del 62%

Quale impatto avrà la Brexit, l'uscita del Regno Unito dall'Ue, sul settore agroalimentare dell'Unione europea e sulla Pac, la Politica agricola comune? Al Parlamento europeo è stato organizzato un workshop per provare a dare delle risposte. Si prevedono una riduzione degli scambi tra Ue e Uk del 62% e il 56% in meno per le esportazioni italiane verso il Regno Unito. Per il primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro i rischi per la politica agricola connessi alla Brexit sono da valutare, capitoli di spesa principali dell'Ue sono la Pac e le politiche regionali.
 

Il Regno Unito rappresenta la seconda destinazione delle esportazioni dei paesi che costituiscono l'Europa "a 27" (l'Unione europea dopo l'uscita del Regno Unito). Secondo i dati presentati da Cecilia Bellora e Jean Fouré del Centro per la ricerca internazionale e la modellazione economica (Cirem) di Parigi, con un ritorno alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) a seguito della Brexit il commercio di prodotti agricoli tra l'Unione europea e il Regno Unito in entrambe le direzioni subirebbe una riduzione del 62%.

I settori dell'export europeo più colpiti saranno le carni bianche (-93%) e quelle rosse (-99%), i prodotti lattiero-caseari (-95%) e lo zucchero (-93%). La riduzione più marcata, in termini di milioni, sarà però nei cosiddetti altri alimenti (categoria che comprende, ad esempio, il cibo trattato). I paesi che ne risentiranno di più saranno Paesi Bassi, Irlanda e Francia in termini di volumi (mentre i meno colpiti risulteranno Portogallo e Svezia).
In termini percentuali, invece, a soffrire maggiormente saranno Irlanda e Olanda, mentre patiranno meno di tutti (in termini relativi, appunto) Svezia, Francia e Spagna.
L'Italia subirebbe una riduzione nelle esportazioni dell'agri-food verso il Regno Unito pari al 56%.
 
Brexit opportunità per carni rosse e bestiame francesi e grano spagnolo

La Brexit, in verità, potrebbe anche rappresentare un'opportunità per alcuni settori di pochi paesi. Sempre secondo lo studio presentato da Bellora e Fouré, potrebbero trarre giovamento dall'uscita del Regno Unito i settori delle carni rosse e del bestiame in Francia e quello del grano in Spagna.
Le perdite di valore aggiunto per i paesi europei, ad ogni modo, saranno rilevanti. La più consistente sarà quella dell'Irlanda. Significativo sarà anche il decremento del valore aggiunto nel settore agricolo e alimentare in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi (tra il -1.06 e il -2.73%). Italia, Germania e Spagna subiranno una variazione compresa tra -0,35 e -0,59%. In termini relativi, dunque relativamente contenuta. Ma migliore dovrebbe essere la reazione della Francia (con un decremento limitato tra il -0,07 e -0,27%).
 

"La situazione è molto complicata - commenta l'eurodeputato italiano Paolo De Castro (Pd), primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo - anche perché l'impatto finanziario dell'uscita del Regno Unito sul bilancio dell'Unione già di per sé è un impatto significativo perché le ultime stime fatte dalla Commissione Bilancio parlano di circa 12-13 miliardi di euro che mancano nel bilancio dell'Unione". A questi "bisogna aggiungere i miliardi in più che servono per le nuove politiche".

Dove troveremo i circa 20-22 miliardi di euro che servono nel bilancio? Saranno disposti gli Stati membri ad aumentare le risorse dell'Unione europea? "Dubito - sostiene De Castro - perché viviamo in un momento sempre di difficoltà finanziaria, anche se qualche timido segnale di ripresa tutta l'Europa lo sta vivendo". "L'idea che circola è quella di tassare le transazioni finanziarie", modo in cui "l'Europa avrebbe fonti e risorse proprie per far fronte a queste maggiori esigenze". Altrimenti "si dovrà procedere ai tagli e - conclude l'eurodeputato Pd - quando si parla di tagli, le due politiche dell'Unione più grandi e più rilevanti sono la Pac e le politiche regionali".